Il bello del mio mestiere - Scritti sul Cinema by Martin Scorsese

Il bello del mio mestiere - Scritti sul Cinema by Martin Scorsese

autore:Martin Scorsese [Scorsese, Martin]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-29T11:07:08+00:00


GANGS OF NEW YORK

L’idea

Fin da quando ero un bambino che cresceva nella parte bassa di Manhattan mi sono sentito attratto da storie riguardanti la vecchia New York. Ogni giorno, esplorando le strade del vicinato, lenta-mente andavo scoprendo un periodo straordinario e relativamente poco conosciuto della città e della storia dell’intero paese. Quegli anni lontani, intorno al 1860, si materializzavano nelle storie incredibilmente affascinanti di immigrati e lavoratori che affollavano le strade, di politici corrotti, di un mondo sommerso che lottava per ottenere il dominio su tutto. Con il passare degli anni queste storie sono sempre rimaste dentro di me, e io ho continuato a sognare di poterle portare sul grande schermo. Sono le vicende che hanno messo alla prova l’America, quelle con cui il paese, allora giovane, ha dovuto fare i conti. Insomma, le storie delle nostre radici.

Dall’articolo “L’America di Scorsese nasce nel fango” di Fulvia Caprara,

«La Stampa», 11 gennaio 2002

Abitando nella parte più bassa dell’East Side, fra Mott Street ed Elizabeth Street, avevo visto che le case erano molto vecchie e avevo cominciato a leggere le lapidi che risalivano al 1800-1810; ero affascinato dalla storia del passato. E ho saputo che a un certo 1 6 9

punto la vecchia cattedrale di St. Patrick era stata difesa dai cattolici nel 1844, se non sbaglio contro i Know-Nothings. che erano una banda di nativi americani.’ Mi chiedevo come apparisse la città a quell’epoca. Così ho fatto delle ricerche, nel corso degli an-ni. Io e Jay Cocks cominciammo a mettere insieme un copione nel 1975, e abbiamo continuato a lavorarci fino al 1993, quando abbiamo deciso di riscrivere tutto da capo. E adesso stiamo mettendo a punto una storia ambientata proprio in quel periodo e in quella parte di Manhattan.

Dall’intervento al «Charlie Rose Show» del 15 ottobre 1999

Lessi The Gangs of New York per la prima volta nel gennaio del 1970, il giorno di Capodanno. Lo trovai su uno scaffale a casa di qualcuno e cominciai a dargli un’occhiata, e poi me ne procurai una copia. Con il mio amico Jay Cocks parlammo dell’eventualità di farne un film, e verso la metà degli anni Settanta lui cominciò a scrivere un copione. Nel 1979 il copione era terminato, e rispec-chiava il tipo di film che si poteva realizzare negli anni Settanta.

Era personale, grandioso, caotico. Ma non riuscimmo a trovare i soldi per farlo.

Dall’intervista rilasciata a Kevin Baker,

«American Heritage», novembre-dicembre 2001

L’atmosfera era cambiata a quel punto. Erano usciti ET e Guerre stellari, e nessuno voleva spendere soldi per costruire un set del genere.

Dall’articolo “Gangsters’ Paradise” di Alistair Harkness,

«Hot Dog», 6 ottobre 2001

1. Per “nativi” qui e altrove Scorsese intende gli anglosassoni non immigrati. [n.d.t.]

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Sono circa venticinque anni che cerco di fare questo film. Naturalmente la sceneggiatura ha subito una grande evoluzione, ma la trama è rimasta la stessa. Tratta della nascita di Manhattan e del modo in cui le diverse ondate di immigrati hanno dato forma al-l’evoluzione di New York. Tutto questo viene mostrato attraverso l’influenza delle bande nella seconda metà de! XIX secolo,



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